Vogliamo vedere Gesù. Gli esercizi spirituali a Marola

Nel week end dell’Immacolata, Marola ha accolto 91 giovani tra i 19 e i 30 anni della
Diocesi, rappresentativi dei diversi territori e diverse comunità. Sono stati giorni di grazia dove ci siamo tutti messi in gioco nel tentativo di ascoltare la Parola silenziosa di Dio, che entra e spettina le anime come il vento, tenera e potente,
forza creatrice e sussurro illuminante. Ascolto, amore sponsale che si dona, sequela, vocazione: sono stati i tratti del mistero di Dio e della vita dell’uomo che abbiamo attraversato in compagnia dell’evangelista Giovanni, con il capitolo 12 del suo vangelo. Accompagnare e proporre gli Esercizi Spirituali ai giovani è un’esperienza affascinante, complessa e arricchente, che Pastorale Giovanile e Servizio Diocesano Vocazioni raccolgono sempre con entusiasmo. Anche il vescovo Massimo non ha voluto mancare all’appuntamento: a lui abbiamo chiesto una catechesi e ha offerto il tuo tempo volentieri
anche per i colloqui personali coi tanti ragazzi che ne hanno voluto approfittare. Degna di nota è la bella partecipazione di otto parroci e vice parroci che hanno risposto con disponibilità alla richiesta di aiuto per le confessioni che abbiamo celebrato sabato sera: ci hanno raggiunto anche da lontano questi sacerdoti diocesani che sono stati
segno visibile di una comunione ecclesiale e di una vicinanza concreta della Chiesa ai nostri giovani, attraverso la paternità, l’ascolto e il sacramento della misericordia. Sono giovani seri e appassionati, quelli che vivono le nostre comunità, con domande enormi di senso, che interrogano Gesù e il Vangelo senza paura, e che sono interrogati da una vita complessa come il loro quotidiano. Sono persone anche spaventate, frammentate e disorientate, ma che cercano autenticità e solidità, cercano guide e testimoni adulti, cercano bellezza e profondità, cercano giustizia. Cercano soprattutto un fondamento che dia loro la stabilità per una navigazione complessa tra le contraddizioni, le ingiustizie e le ipocrisie di questo nostro tempo.
Accompagnarli personalmente, insegnare loro a pregare ascoltando la Parola di Dio, come esperienza fondante la propria rotta, nutrirli seriamente, spingerli alla missione, a uscire da sé con coraggio e fiducia, rilanciandoli nel mondo a raccogliere le sfide di evangelizzazione (e dunque di umanizzazione) che si trovano davanti: questo siamo chiamati a fare come comunità adulta e come Chiesa. Con umiltà, coraggio ed entusiasmo.

don Carlo Pagliari , SPG
don Alessandro Ravazzini, SDV