Come accompagnare i preadolescenti nella fede cristiana?
Questa che potrebbe sembrare solo una domanda è in realtà una prima risposta. Al disincanto delle comunità cristiane quando parlano delle giovani generazioni, provocato da un impegno catechistico generoso che sembra spesso girare a vuoto, la prima replica saggia è provare a cambiare prospettiva di osservazione. Mettersi in atteggiamento di ricerca, ossia di fiducia verso i ragazzi e ancor più verso l’iniziativa di Dio, è il desiderio che ha dato il via a Levare gli ormeggi e gli ha permesso di arrivare oggi a presentarsi in itinere ma carico di esperienza propositiva.
È bene precisare chiaramente che Levare gli ormeggi non offre un programma per gli incontri settimanali di catechismo. Esso è molto di più e molto di meno. È anzitutto molto di più: offre un paradigma di formazione cristiana che aiuta catechisti, educatori, parroci e comunità a rinnovare la propria identità pastorale; offre una proposta di vita cristiana che non si sovrappone né si affianca alla vita ordinaria, ma emerge da e si intreccia con il vissuto dei ragazzi; offre prospettive e materiali utili per tutte le iniziative con cui la Chiesa accompagna i preadolescenti (itinerari di catechesi, campi giochi e grest estivi, campeggi, attività di “oratorio”, …). In altre parole, esso è uno strumento originale per dare corpo a quel processo iniziatico con cui la Chiesa «madre» genera nuovi cristiani.
Non sono sufficienti parole, non sono sufficienti testimonianze, non sono sufficienti esperienze forti: occorre un grembo appassionato e ben connesso. Esso è anche molto di meno: chi pensasse di trovare un percorso già fatto, pronto all’uso, rimarrebbe deluso. Non per pigrizia di chi lo ha preparato, ma per una precisa scelta: non esiste itinerario di accompagnamento nella fede che non sia costruito anche a partire dalle persone che la Buona Notizia è chiamata a incontrare, ragazzi e catechisti.
Una legittima domanda: ma vale la pena? …vale la pena investire tante energie per un percorso che riguarda solo un triennio (prima, seconda e terza media)? …e tutto il resto dei percorsi parrocchiali li lasciamo invariati? Siamo consapevoli che Levare gli ormeggi è una goccia nel mare, le esigenze di riforma sono varie e le parrocchie si danno da fare per farvi fronte; nemmeno, d’altra parte, mancano altre proposte da parte degli uffici pastorali della diocesi. Sono tuttavia tre anni decisivi: il passaggio dall’infanzia all’adolescenza esige dalle nostre comunità la capacità di incarnare davvero il Vangelo nelle tante dimensioni nuove che si aprono nelle vite dei ragazzi, senza trincerarsi dietro a modelli già costruiti a monte ma rivelando la qualità umanizzante della fede in Gesù Cristo nell’oggi. Da questa modalità nuova di accompagnare i preadolescenti confidiamo che nascano idee creative anche per altre fasce d’età.
Quali sono i punti di forza di Levare gli ormeggi?
Al centro le persone. Ancora oggi non è raro che si cominci a parlare degli itinerari formativi a partire dai contenuti, scambiando i “destinatari” della catechesi per dei “contenitori vuoti da riempire”. Levare gli ormeggi chiede anzitutto al catechista/educatore di lavorare su se stesso e sulla propria storia, perché accompagnare nelle fede è anzitutto un’azione testimoniale (vedi sotto, FOCUS 1). Perché poi la proposta ai ragazzi sia autenticamente ecclesiale, in ogni Unità pastorale il coordinatore aiuta il gruppo dei catechisti/educatori a individuare gli obiettivi concreti e a tenerli presenti nella progettazione, riconoscendo l’apporto di ciascuno. Anche i genitori sono gradualmente coinvolti nei 4 incontri che nel triennio l’Ufficio diocesano propone insieme con loro. Infine sono i preadolescenti con le loro domande, le loro scoperte, le esigenze che manifestano (spesso implicitamente) a provocare il discernimento del gruppo catechisti/educatori circa i tempi e i «passaggi» dell’itinerario. Il primo frutto tangibile di questi tre anni di sperimentazione è la rigenerazione di un tessuto vitale in quel grembo che sono per vocazione le nostre comunità: voglia di mettersi in gioco, desiderio di offrire il tesoro della vita cristiana, coinvolgimento.
«Passaggi» in esperienza. Non si è voluto scandire il percorso con un elenco di “temi”, a mo’ di unità didattiche di un libro di testo. Si parla piuttosto di «passaggi», a suggerire l’idea che non ci intratteniamo con i ragazzi per illustrare un argomento e confrontarci con i loro pareri; sarebbe troppo poco. La scommessa di Levare gli ormeggi è quella di attraversare con i ragazzi alcune dimensioni della loro vita di preadolescenti, non per dare spiegazioni o ricette ma per allenarli a uno sguardo diverso; sguardo che coinvolge mente, emozioni e sentimenti, volontà; sguardo che investe relazioni, uso del tempo, scelte personali; sguardo che nella fede in Gesù trova nuove prospettive. Il metodo catechistico è chiamato «esperienziale» non tanto perché prevede una serie di attività, laboratori, incontri… Esso è «esperienziale» perché nasce dalla consapevolezza che i punti fermi di un cammino di crescita diventano tali quando sono esperiti e fatti propri in prima persona, anche nell’età della preadolescenza. I 15 «passaggi» antropo-teologici individuati per i 3 anni (vedi sotto, FOCUS 2) e tutte le indicazioni e i materiali forniti hanno la finalità di permettere alla comunità di costruire un luogo in cui il ragazzo possa fare esperienza della Buona Notizia per sé.
Non da soli. Elemento qualificante di Levare gli ormeggi è la rete che si è costituita tra le Unità pastorali che vi partecipano e tra queste e l’Ufficio diocesano. Quando si sperimentano nuove vie è sempre prudente essere accompagnati da altri, per essere arricchiti dall’esperienza dei vicini, per trovare incoraggiamento nei momenti spinosi, per approfondire i nodi delicati prima di buttarcisi a capofitto. Sono ormai appuntamenti istituzionali le 4 mezze giornate per tutti i catechisti/educatori, che vedono la partecipazione di tanti giovani e meno giovani che lavorano insieme. La presenza di Alessandra Augelli, ormai amica oltre che pedagogista qualificata, consente a tutti di proseguire con più fiducia sulla strada intrapresa. Il Tavolo di lavoro e coordinamento, a cadenza bimestrale, realizza quello scambio di informazioni e quell’allineamento tra le Unità pastorali che sono indispensabili per procedere con prudenza e audacia insieme.
Ufficio catechistico
Servizio per la pastorale giovanile